GUARDA LE MIE OPERE, SCOPRI IL VELO CHE MI NASCONDE,
SCOPRI IL VELO CHE TI NASCONDE

Troppo spesso si vuole trovare un significato all’opera. Per me l’arte è sempre stata e sarà, prima di tutto, un rapporto d’amore inscindibile, un piacere carnale e spirituale dal quale non so astenermi.

Ognuno di noi porta dentro il suo cuore pensieri, momenti vissuti, emozioni affiorate. Io, semplicemente, li imprimo su una tela, li cucio su di un tessuto, li modello su una pietra.

L’arte non rappresenta certo la realtà. L’arte è lo specchio dello spettatore, è l’uomo che trova e costruisce significati quando si mette a nudo di fronte ad un’opera. L’uomo perde e scopre sé stesso di fronte ad un quadro, una scultura, una frase. In tutto questo l’artista ci mette un po’ del suo, un’intuizione, un baleno, una traccia, un segno.

IL MIO PROCESSO CREATIVO

Il mondo è un vaso di Pandora, un contenitore dei beni e dei mali di cui l’uomo si erge contemporaneamente a colpevole, vittima e salvatore. Da questa realtà, complessa, sovraffollata di emozioni e storie da raccontare, estraggo pezzi, sfumature, ritagli.

Tante piccole parti di un grande puzzle che è la nostra vita. A volte questi pezzi si incastrano alla perfezione, scaturendo bellezza ed armonia, altre volte, spesso, si scontrano, esplodendo ed implodendo come fanno certe stelle lassù in alto, trasformandosi in altro da sé, creando universi paralleli in cui l’uomo si rispecchia, si perde e si ritrova.

La realtà, il visibile naufraga e affonda così dentro me, nel profondo. I miei quadri e le mie sculture prendono forma in questo spazio interiore, in modo assolutamente naturale.

Non voglio creare forzature, voglio costruire ponti ed opportunità di scambio continuo. Lascio maturare e decomporre questi lembi di realtà dentro me, affinché riaffiorino dal mare del mio subconscio ormai trasformati, alterati, trasfigurati. Mi immergo per recuperare questi relitti di realtà alla deriva, li riporto in superficie, alla luce, sulle tele, sui muri, nelle sculture.

Lo chiamo realismo contemporaneo, anche se le definizioni mi stanno un po’ strette. Non è né arte contemporanea, né arte moderna, è la mia arte PUNTO.

TECNICA CREATIVA E RICERCA DEI MATERIALI

La realtà, il mondo, l’universo dell’esperienza sono la mia sorgente d’acqua pura, il bacino da cui traggo l’ispirazione vitale. Gli esseri umani creano e distruggono, costruiscono e abbattono: io rubo visioni, scatti, suoni, oggetti. Queste visioni, questi oggetti, sono vivi, respirano, trasudano vita e trasudano morte. Il loro essere materia, energia in continuo ricircolo è la mia prima ispirazione. Il mondo tangibile è tutto e in esso tutto si crea e tutto si distrugge, per rigenerarsi continuamente.

Il mio processo creativo inizia dalla materia, dalla “matericità” degli oggetti, dagli spessori e dalle profondità. La mia mente e la mia anima fanno il resto: assorbono, trattengono e restituiscono in una sorta di osmosi creativa tra interno ed esterno, tra fisico e metafisico. La materia ristagna, si scompone e decompone, si rigenera, ricrea vita e questa vita cerco di riportarla sulle tele, sulla iuta, sui muri, su altri oggetti e supporti ancora.

Ho sempre dipinto quadri, utilizzando principalmente olio, a volte ritornando ad adoperare i pigmenti, là dove i colori trovano i loro natali. Tuttavia, il mondo reale ha tre – se non infinite – dimensioni e la mera tela non può bastare per esprimere in tutta la sua forza la materia e la sostanza. È da questo mio intimo bisogno che nasce la scelta di utilizzare altri materiali, altri supporti, come, ultimamente, la iuta. Materiali vivi, modellabili, potenti, presenti.

È anche per questo che negli ultimi periodi studio e sperimento le tecniche scultoree, attraverso il riuso, il riciclo, attraverso la creazione de facto dal pezzo grezzo di materia, dal quale è necessario togliere – più che aggiungere – per ottenere una realtà.
La scultura è il disequilibrio perfetto di vuoti e pieni, mi permette di costruire realtà dal nulla, o quasi.
La materia, per me, è tutto e niente. Io sono tutto questo, e niente di questo.

PERCHÉ DIPINGO? PERCHÉ (S)COLPISCO? PERCHÉ CREO?

Faccio arte perché la amo, profondamente.
Faccio arte per lasciare un segno nel mondo, negli uomini e nelle donne.
Faccio arte per gli altri, per chi verrà dopo di me.
Faccio arte per incuriosire, provocare, invogliare a scoprire, a porsi domande, a non trovare esclusivamente risposte.

Vivo di arte per sensibilizzare chiunque sia disposto a mettersi in gioco di fronte ad un’opera, ad un punto di domanda.
Vivo di arte per educare alla bellezza, all’armonia, a perseguire la perfezione, sempre, perché la bellezza – potrebbe suonare banale ma, credetemi, non lo è – salverà davvero il mondo. Anzi, già lo sta facendo.

Vivo di arte perché in passato qualcuno mi ha detto che se avessi fatto ciò che amo non avrei dovuto “lavorare” un solo giorno.
Di questo qualcuno custodisco ancora oggi, come tesori, gli strumenti del mestiere, pennelli e tavolette, la penna e il megafono della mia anima.
Nelle nervature dei suoi pennelli sento scorrere quella passione viscerale che mi ha tramandato per la pittura e per gli uomini, per il mondo e per l’arte.

Cesare mi accompagna in ogni mia creazione, è al mio fianco quando creo, quando distruggo, quando rigenero, sempre.
Grazie a te, nonno, non lavorerò mai.

CHI SONO

Nasco il 2 ottobre 1978 a Brescia.
Quando avevo 2 anni nonno Cesare mi dona pennello e colori. Da quel momento non faccio altro se non creare, distruggere, rigenerare.
Diploma di Liceo Artistico presso l’istituto M. Olivieri di Sarezzo.
Scuola di grafica pubblicitaria computerizzata.
Lavoro nel mio laboratorio in via Casaglio, 3 a Gussago.
Vivo a Gussago, con la mia famiglia.
A fianco della mia ricerca e sperimentazione personale, lavoro su commissione per privati ed enti pubblici.
Puoi vedere tutti i miei lavori sulla mia pagina Facebook e Instagram.